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Cosa rende un’atleta una campionessa? Intervista a M. Ederar ed E. Mariolu

Cosa rende un’atleta una campionessa? Intervista a M. Ederar ed E. Mariolu

di Silvia Sacchetti

Cosa rende un’atleta una campionessa? Intervista in diretta a M. Ederar ed E. Mariolu

Il talento di Miriam è davvero indiscutibile. Ma cosa rende un’atleta talentuosa una campionessa? Andiamo ad esplorare questo argomento insieme a Miriam e al suo tecnico Enrico Mariolu.

“L’ossessione batte il talento 10-0” dice una famosa citazione. In Miriam vediamo l’ossessione e la passione: una felicità genuina e una determinazione pura a realizzare un miglioramento continuo nel karate e a viversi le esperienze di vita e di socialità che quest’arte marziale e sport le offre.

Cosa la rende quindi la campionessa che sta diventando? Sentiamo il parere del suo tecnico Enrico Mariolu.

Guarda qui l’intervista #Karate1to1 a Miriam Ederar ed Enrico Mariolu su YouTube e metti Like se ti è piaciuta!

Articolo di Silvia Sacchetti

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Ciao Miriam! Giovanissima atleta e già una delle migliori atlete presenti in Italia e anche nel campo internazionale. Da quanto pratichi karate, in che stile

Mi chiamo Miriam Ederar sono una ragazza di 17 anni che va per i 18 quest’anno, abito a Chieve un paesino in Provincia di Cremona, frequento un liceo scientifico ad indirizzo sportivo a Crema e pratico karate da almeno 10 anni. Ho iniziato la carriera agonistica ad 11 anni, praticando kata sportivo di stile shito-ryu.


Ho cominciato grazie a mio fratello, che ha la mia stessa età, essendo gemelli. Un giorno un ragazzo, un suo amico, gli aveva proposto di entrare in questa palestra che era in un paesino attaccato al nostro. Qui facevano corsi di karate per bambini per aiutarli a crescere.

Mio fratello era un ragazzino molto iperattivo, quindi gli avevano consigliato di fare un’arte marziale per aiutarlo a tranquillizzarsi, a scaricare un po’ questa energia che aveva sempre. E quindi ho deciso di andare a vederlo. Io facevo ginnastica artistica e avevo appena smesso di fare nuoto, lasciando all’inizio la carriera agonistica nel nuoto.

Mentre guardavo mio fratello fare questo allenamento, ho detto: “mamma, posso provare anch’io?” E lei mi ha risposto: “Sì, dai, vai, se il maestro lo permette”. Quindi sono scesa giù in palestra e ho iniziato a giocare (perché alla fine da bambini si gioca principalmente) con i miei compagni, i miei amici e mi sono appassionata a questo sport.

Miriam Ederar Karate Kata

Poi crescendo è diventata una cosa ovviamente un po’ più tecnica, si è inserito il kata, il kumite, quando si era piccoli si faceva anche il palloncino, quindi era un’attività che mi dava sempre un sacco di felicità, soprattutto quando ho iniziato a fare gare agonistiche, perché sentivo di star crescendo e di iniziare un percorso importante.
Quindi ho deciso di mantenerlo e questo è l’inizio della mia passione.

Da atleta a campionessa: quali Risultati sportivi possiamo citare e quali sono quelli ai quali tieni di più?


Il mio primo risultato importante è stato nel 2022, il 20 maggio. Sono diventata campionessa italiana per la prima volta. Diciamo che ero appena uscita anche da un periodo un po’ più buio, perché dopo il Covid sono stata ferma tanto, non ci si poteva allenare nelle palestre, quindi quando sono rientrata a fare le competizioni non andavano bene.

Quindi ero anche sul punto di voler lasciare all’inizio, perché ho detto “Sto comunque sprecando un sacco di tempo che magari potrei dedicare alla scuola o comunque ad altri impegni o altre passioni”. Però ho deciso di continuare.

Il mio primo risultato importante è stato ai Campionati italiani nel 2022. Poi da lì è stato un crescendo perché ho fatto tanti Open, ne ho vinti parecchi; ho partecipato a degli Italiani con le Regioni e anche come Sociali, a squadre e individuali, e anche lì abbiamo fatto sempre medaglia.

Poi nel 2023 una delle prime tappe importanti è stato partecipare al mio primo Europeo con la Nazionale Italiana. Ho partecipato come squadra con le mie due compagne Martina e Francesca e abbiamo portato a casa un bronzo. Abbiamo dovuto sudare tanto per i comunque pochi allenamenti che ci avevano concesso.

Miriam Ederar Karate

Un primo risultato inaspettato, quindi, che ti ha dato ancora più spinta per continuare…

Quindi sì è stata una fortissima emozione. Poi sono iniziati tutti gli Open dei percorsi per il ranking di qualificazione per i campionati Europei del 2024, nella quale ho fatto medaglia in tutti. E poi un altro dei miei risultati importanti è stata la mia prima medaglia alla Youth League, che è stata a febbraio del 2023, un bronzo a Fujairah negli Emirati Arabi.

È stata la prima volta che ho fatto medaglia in queste coppe del mondo giovanili, quindi era un risultato molto importante per me. E successivamente mi è capitato di farla anche a Venezia, a Jesolo, nella Youth League che si svolge di solito a dicembre, dove ho fatto un secondo posto.

Diciamo che quello stato il puntino che ha deciso di farmi partire come individualista nel 2024 all’Europeo. Poi nel 2023 sempre ho fatto un terzo posto al Campionato Italiano Under 21, quindi nella mia categoria superiore, e poi ho fatto un argento nella mia categoria, nello junior, contro la mia avversaria ho perso in finale per l’oro, però è stato comunque un bellissimo italiano.

Poi una delle gare che mi sta più a cuore è stato questo europeo del 2024, perché è stata sì la mia seconda volta come nazionale a un europeo, però è stata la prima volta in cui ho gareggiato da individualista nel Qatar.

Nel 2024 ho anche portato a casa un importante oro nella Youth League di Fujairah.

Come ti fa sentire aver vinto queste competizioni?


È stata una cosa che volevo da tanto e che ho sognato da tanto, quindi saper di aver lavorato per essere riuscita, poi dopo aver lavorato tanto ad arrivare a questo obiettivo, è stato molto bello. Infatti poi sono arrivata a casa con un bronzo, che comunque per me vale di un euro perché è stato sudato tanto.

Miriam Ederar Karate in competizione

Enrico, cosa provi nel sentire la tua atleta così felice e così umile?


Devo dire una cosa a favore, naturalmente, dell’atleta che sto allenando in questo momento: hai parato di umiltà. Diciamo che se un atleta non ha una mentalità umile, io non mi approccio ad allenarlo. Nel momento di maggior sicurezza, come ogni sport, si rischia che il “credersela” ti torni dietro come un boomerang. Ci vuole molta umiltà e tanto sacrificio.

Enrico, ecco la domanda clou che vorrei farti: cosa rende un’atleta una campionessa?

Una domanda da un milione di dollari. Il talento ci vuole. Ma sicuramente non basta.

Ci sono 4 fattori:

primo, avere una famiglia solida alle spalle, che crede nei sogni dei figli, io conosco la famiglia di Miriam e Karim e sono due genitori che fanno sacrifici enormi per dare loro la possibilità di potersi allenare e di portare a compimento il loro progetto. La famiglia deve avere fiducia nel tecnico, nei mezzi e deve capire il valore.

Secondo fattore: il tecnico. Io credo nella libertà di potersi esprimere, di poter sperimentare, non sono quello che tiene l’atleta per il bavero (“devi stare con me qui in palestra, io sono il detentore della verità”), assolutamente no. Gli atleti devono avere la possibilità di viaggiare e coltivare esperienze. E ci deve essere fiducia nel tecnico, deve crearsi un rapporto di unione nel quale l’atleta crede nella visione del tecnico, altrimenti si perde molto tempo in realtà.

Terzo fattore: quanto tempo si dedica all’allenamento. Sono ragazzi che vanno a scuola e devono dare anche priorità allo studio, quindi bisogna riuscire a bilanciare tutto. Al contempo, necessitano di tanto tempo per allenarsi e per partecipare a competizioni in giro per l’Italia e il mondo, quindi è importante che l’istituto scolastico comprenda che potranno fare assenze ripetute e in questo il ruolo della scuola è fondamentale.

Si deve creare un cerchio intorno all’atleta, una sinergia tra famiglia, tecnico e insegnanti.

Quarto punto: dirò un’ovvietà probabilmente, è il denaro. Questi ragazzi viaggiano molto, moltissimo. Non è facile conciliare gli allenamenti ai quali devono dedicare tantissimo tempo, e loro devono venire dietro a questi cambi di direzione (lo stesso vale per le famiglie che li seguono).

Il denaro è una parte fondamentale perché le gare costano tantissimo, le trasferte sono molte ed è importante riuscire a trovare uno sponsor (come abbiamo fatto per Miriam) che permetta di aiutare a sostenere i costi dell’atleta, alleggerendo la famiglia.

Gli atleti curano molto anche la nutrizione e l’alimentazione e tutto questo ha un costo. Bisogna rimanere coi piedi per terra e con lo sguardo fisso agli obiettivi.

Guarda qui l’intervista #Karate1to1 su YouTube per ascoltare la parte successiva dell’intervista e metti un Like se ti è piaciuta!

Silvia Sacchetti

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