di Silvia Sacchetti Shodō
I 20 principi del Karate: principio #1
In questo articolo vedremo i 20 Principi del Karate e in particolare il principio #1.
I Venti Principi del Karate del M° Gichin Funakoshi furono da lui stesso trasmessi ai propri allievi per orientarne la crescita mentale e spirituale. Il n° 1 (“Non dimenticare che il karate-dō comincia e finisce con il saluto”) è quindi non solo un dettame pratico, ma anche un comandamento spirituale.
Articolo di Silvia Sacchetti Shodō
Sommario
Principio n° 1: Non dimenticare che il karate-dō comincia e finisce con il saluto (rei).
空手道は礼に始まり礼に終る事を忘るな
Karate-dō wa rei ni hajimari rei ni owaru koto a wasaru na
Il karate-dō è una delle arti marziali giapponesi tradizionali, e come le altre arti marziali (che terminano con il suffisso dō, ovvero via”) – judo, kendo, aikido – deve iniziare e finire con il saluto (rei).
Il saluto si esegue quando si entra e si esce dal dojo, quando si inizia e finisce la pratica, e anche in apertura e chiusura di ogni combattimento o kata.
Rei 礼 si traduce con un insieme di concetti, quali: saluto, inchino, gratitudine, rituale, cerimonia, ricompensa, etichetta.
Tuttavia, come vedremo tra poco, Rei ha in sé un significato più profondo.
Il saluto nel karate: il significato profondo
Rei è spesso inteso come “rispetto”, ma ha un significato più ampio. Rei implica da un lato l’attitudine di rispetto verso gli altri, dall’altro una forma di rispetto verso se stessi. Quando si è in grado di rispettare se stessi e si trasferisce questa gentilezza e questo senso di stima anche agli altri, ecco che questo comportamento è espressione del rei.
Il saluto è il segno di rispetto verso il nostro avversario e verso se stessi.
Perché il rispetto verso il nostro avversario si esprime con il rei? Perché rappresenta un saluto rituale simbolo di riconoscenza.
Questo perché solo grazie al nostro avversario noi possiamo migliorare. Il nostro nemico, colui che ci pone di fronte ai nostri limiti e ci obbliga a superarli, diviene quindi il nostro “alleato” nella crescita. Dobbiamo quindi ringraziarlo.
Il principio n° 1 del karate è una presa di coscienza di se stessi, degli altri e dell’arte che si pratica e non deve mai trasformarsi in un automatismo, un’abitudine o un obbligo imposto dal Sensei.
Niju Kun #1: mantieni lo spirito di Rei durante tutta la pratica
In Giappone si dice che “Senza rei c’è disordine“, perché dove non c’è il rei nel combattimento c’è solo violenza. La forza fisica senza rei non è altro che forza bruta, e non ha alcun valore né per l’essere umano né per l’arte marziale stessa.
Per questo motivo nelle arti marziali si deve tenere l’atteggiamento di Rei dall’inizio alla fine.
Il termine “rei” (saluto) deriva da “keirai” (saluto-inchino) ed è un concetto fondamentale per tutte le arti marziali, espressione di cortesia, rispetto e sincerità.
Le regole del karate: il rispetto dentro e fuori dal dōjō
Il karateka esterna il proprio spirito rispettoso in molte delle situazioni: non solamente all’interno del dōjō, ma anche nella semplice quotidianità: tra le altre persone, nei confronti dei colleghi, degli amici, degli estranei, dei familiari.
Il karateka deve essere retto anche quando sa di non essere visto da nessuno, senza fare eccezioni a seconda della situazione.
I 20 principi del karate e la sincerità del karateka
Bisogna evidenziare che, pur comportandosi correttamente, se una persona non ha uno spirito sincero e autenticamente rispettoso non possiede vero rei.
Il vero rei è l’espressione esteriore di uno spirito rispettoso.
Il saluto nel dōjō
Per un karateka è necessario conoscere le forme cerimoniali e il saluto. Nel karate vi sono due tipi di saluto: quello in posizione eretta (ritsu rei) e quello in ginocchio (za rei).
Una volta entrati nel dojo e di conseguenza sul tatami, prima di iniziare ogni allenamento tutti gli allievi si disporranno in fila, in ordine decrescente di grado, e il più anziano in grado guiderà il saluto.
Esistono inoltre 3 destinatari del saluto: shomen, sensei e otagai.
Per approfondire Il saluto nel karate, leggi l’articolo sul nostro blog che pubblicheremo a breve, intanto puoi leggere anche “Karate: il saluto, il kime, il kiai, le cinture (una semiotica)”
Tutte le arti marziali cominciano e finiscono con il rei. Se non vengono praticate con un senso di rispetto e di gratitudine, esse si riducono a semplici forme di violenza. Per questo motivo, nella pratica delle arti marziali si deve mantenere l’atteggiamento di rei per tutta la pratica.