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Karate e Bambini: l’attività fisica nello sviluppo del bambino

Karate e Bambini: l’attività fisica nello sviluppo del bambino

di Giuseppe Bagnano e Alessandro Di Porzio

Karate Bambini: l’attività fisica nello sviluppo del bambino

Parliamo di Karate per Bambini: quanto è importante l’attività fisica nello sviluppo del bambino?

“Il Karate si pratica tutta la vita” è una frase celebre del Maestro fondatore Gichin Funakoshi e accompagna ogni praticante come invito a perseverare ogni giorno sul cammino di quest’arte.

Quest’oggi, però, vorremmo soffermarci sull’inizio di questo percorso, su alcuni concetti che vorremmo condividere con voi riguardo alla centralità dell’attività motoria nello sviluppo di determinate capacità in un periodo cruciale per i bambini: quello dai 4 ai 7 anni.

Articolo di Giuseppe Bagnano e Alessandro Di Porzio

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Entriamo nel vivo di ciò che bisogna sapere se si struttura una lezione di karate per bambini.

Partiamo subito col dire che in, in realtà, questo periodo viene suddiviso in fasi. Ad esempio, la dottoressa Irma Levanti parla di una fase di sviluppo tra i 3 e 4 anni in cui:

  • Salta e riesce a stare su un piede solo per qualche secondo
  • Riesce ad afferrare una palla al volo
  • Comincia ad apprezzare le novità
  • Ha sempre maggiore inventiva nei giochi di immaginazione
  • Gli piace giocare in compagnia di altri bambini
  • Inizia ad avere un’idea di tempo.
Arti-Marziali-Bambini-4-anni

Dobbiamo aspettare i 4-6 anni per entrare in un periodo che la dottoressa Montessori definisce come “perfezionamento costruttivo” per abilità come:

  • Inizia a distinguere fantasia e realtà
  • Aumenta la curiosità per le differenze
  • Migliora la capacità di collaborare e seguire regole
  • Migliora la comprensione della combinazione di forme, colori e sequenze.

L’apprendimento nel bambino e la lezione di karate

Dopo aver definito una parte dello sviluppo dei più piccoli, ora ci addentreremo nel discorso sul funzionamento dell’apprendimento fisico del bambino.


Sei un insegnante e costruisci l’allenamento di karate per bambini? Allora devi tenere in considerazione alcuni fattori che giocano un ruolo fondamentale nell’apprendimento:

  • l’impegno profuso dagli apprendenti
  • la maggiore o minore presenza di stimoli ambientali per un’esperienza diversificata
  • la maturazione degli apprendenti sotto un punto di vista psico-fisico e sociale
  • Il tipo di rinforzo positivo utilizzato ai fini di mantenere alto l’impegno
  • la motivazione personale.

L’ultimo punto è, forse, proprio il più importante. La volontà, che nel Karate si sintetizza in Shin Nen (crederci fortemente), è il motore di qualsiasi attività, ed è quel qualcosa che ci spinge a continuare nonostante la fatica, il dolore muscolare, le piccole o grandi sconfitte, e dovrebbe essere un punto cardine di ogni insegnante il rinvigorire questa fiamma personale.

Ovviamente l’insegnante può arrivare fino ad un certo punto, e sta al praticante mantenere fisso un obiettivo e lavorare per il suo raggiungimento. Ma questo argomento verrà trattato maggiormente in futuro…

Bambini-Karate-Apprendimento

Karate Bambini: le fasi dell’apprendimento

Cari insegnanti di Karate per bambini, tenete sempre a mente che quando ci troviamo di fronte alla sfida di dover apprendere un nuovo movimento, attraversiamo sempre tre fasi:

Coordinazione Grezza: come si evince dal nome, è una fase di apprendimento iniziale, in cui il gesto viene presentato e il/la praticante lo ripete al meglio delle sue possibilità.

La motivazione personale gioca un ruolo fondamentale durante la fase della Coordinazione Grezza.

Per alcune fasce di età (8-11) potrebbe essere molto facile riprodurre un movimento. Anche nel caso in cui un movimento venga imitato facilmente, è importante allenarlo per renderlo meno faticoso e più efficace.

Coordinazione Fine: il/la praticante ha acquisito una certa familiarità con il gesto, riuscendo ad avere molta più precisione. Rimane una fase di transizione, in cui viene ancora eseguito meccanicamente. Potrebbe risultare difficile ripeterlo in situazioni non familiari

Stabilizzazione in situazioni variabili: a completamento del processo troviamo per l’appunto la “padronanza” del gesto, che permette al/la praticante di portare la propria attenzione allo scopo del gesto e non alla sua esecuzione.

Potremmo trovare un esempio di questo fenomeno nel Bunkai, ovvero nello “spacchettamento” delle tecniche del Kata per arrivare a un’applicazione variabile, dinamica e adatta alla situazione.

Sarà premura dell’insegnante, quindi, cercare di inserire ognuno degli/lle apprendenti all’interno di una di queste categorie per i diversi esercizi (almeno in una fase iniziale).

L’obiettivo è quello di raggiungere un livello di competenza più o meno omogeneo nel gruppo, tenendo in considerazione i limiti e i punti di forza di ognuno.

Karate Kids: le capacità nel bambino

Con capacità intendiamo l’abilità di svolgere un determinato compito.
Si dividono in 2 categorie:

  1. Capacità Senso-percettive – ovvero le capacità che permettono di decodificare gli stimoli che arrivano dal mondo circostante attraverso gli organi di senso, come gli occhi, il naso e la bocca. Inoltre, si includono le capacità cinestesiche, ovvero relative al corpo del bambino. Queste capacità sono fondamentali per la Stabilizzazione in situazioni variabili dei gesti motori.

Le capacità cinestesiche influenzano la capacità propriocettiva, (dal latino proprius, appartenente a sé stesso). Viene definita come il senso di posizione e di movimento degli arti e del corpo che si ha indipendentemente dalla vista.

Aiuta molto essere consapevoli e attenti al gesto che si svolge. Sarà più semplice se il movimento da studiare viene associato ad altri elementi, ad esempio associare la parola “radice” ad un gesto che lo ricordi (spostamento in intra/extra rotazione del piede rispetto all’asse del corpo). Risulta efficace anche parlare ai bambini mentre corrono e giocano.

Karate Bambini ADK
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2. Capacità Motorie – ovvero l’abilità di apprendere ed eseguire delle azioni motorie. Queste abilità di base sono fondamentali per favorire uno sviluppo più lineare del bambino, e vanno perciò affinate, specialmente nel periodo tra i 3-4 e gli 8 anni.

Lo sviluppo delle capacità senso-percettive, tramite un programma di allenamento adatto, saranno fondamentali per arrivare a costruire degli schemi motori di base, la cui acquisizione migliorerà le capacità motorie.

Le capacità motorie vengono a loro volta suddivise in:

  1. Capacità coordinative
  2. Capacità condizionali
Karate-Bambini-Capacità-Motorie

Capacità coordinative generali e speciali

Le capacità coordinative generali sono responsabili dell’organizzazione e controllo del movimento. La fascia di età migliore in cui svilupparle è quella che va dai 6 agli 11 anni.

Sarà utile per la lettura familiarizzare con il concetto di schema ideo-motorio.


L’allenamento ideo-motorio è una tecnica di allenamento mentale, volta a migliorare la tecnica attraverso l’immaginazione. Infatti, immaginare di eseguire un movimento ne favorisce l’esecuzione reale e l’apprendimento.

Blume D. suddivide le capacità coordinative generali in tre elementi:

  1. Apprendimento Motorio: la capacità di fare propri nuovi movimenti con una ripetizione sistematica. I primi momenti di sviluppo di questa capacità ci sono quando il bambino impara dei semplici schemi motori di base.
  2. Controllo Motorio: la capacità di controllare il movimento rifacendosi ad uno schema ideo-motorio di base, ovvero saper pensare un movimento prima di eseguirlo. In particolare, risultano una sfida i movimenti che rendono l’equilibrio precario.

Infatti la maturazione di questa capacità c’è solo nella fase adulta, ma viene aiutata da una pratica costante e attenta nel tempo come quella del Karate

3. Adattamento e Trasformazione dei Movimenti: la capacità di riadattare il programma ideo-motorio in base alle possibilità, agli ostacoli e, più in generale, agli stimoli dati dalla situazione in cui il/la praticante si trova.

Children in Martial Arts Training

Le Capacità Coordinative Speciali sono più numerose, e vengono divise in 7 elementi:

  1. Equilibrio: la capacità di mantenersi stabile anche con una base d’appoggio minima, ma anche di ricreare la stabilità in caso venga a mancare
  2. Accoppiamento e combinazione dei movimenti
  3. Differenziazione Cinestesica: la capacità di utilizzare più o meno energia muscolare in base allo scopo del movimento (un Kizami fintato ha uno scopo molto diverso da un Kizami volto a colpire)
  4. Orientamento e Organizzazione Spazio-temporale: la propriocezione del/la praticante, soprattutto rapportata allo spazio occupato dagli/lle altri/e presenti.
  5. Ritmo: la capacità di eseguire gesti con un giusto rapporto fra contrazione e decontrazione muscolare
  6. Reazione: la capacità di ridurre l’intervallo fra uno stimolo e un’azione da questo stimolata (ad esempio il tempo di reazione per il Go no Sen). Questa capacità è detta semplice se il/la praticante conosce già lo stimolo, complessa se lo stimolo è variabile.
  7. Trasformazione: la capacità di adattamento a cambiamenti repentini e quindi di mutare lo schema ideo-motorio per rispondere a nuove necessità

Capacità condizionali

Le Capacità Condizionali, anche dette capacità organico muscolari, sono quelle legate strettamente ai processi biochimici e fisiologici del corpo.

Queste capacità sono quattro:

  1. Rapidità: che a sua volta può venir suddivisa in rapidità di reazione e rapidità di massima frequenza dei movimenti (l’abilità di unire molti movimenti rapidi e semplici in successione)
  2. Forza Rapida: ovvero la capacità di contrarre rapidamente per superare una resistenza; spesso viene definita esplosività. È bene tenere a mente che nella fascia dai 6 agli 11 anni, la Forza Rapida e la Rapidità si influenzano vicendevolmente.
  3. Resistenza: la capacità di sopportare la fatica durante le esercitazioni. Abbiamo due tipi di resistenze: aerobica quando l’uso di ossigeno non supera l’assunzione di quest’ultimo; anaerobica quando entriamo in una fase di debito d’ossigeno. Nella fascia 6-11 è preferibile mantenersi in una fase aerobica.
  4. Mobilità articolare: la capacità di eseguire esercizi con grande ampiezza di movimento.
    Questa capacità è leggermente problematica da un punto di vista classificatorio, siccome potrebbe rientrare sia nelle capacità condizionali che in quelle coordinative. Ad ogni modo, fino ai 10 anni, i bambini posseggono una elevata elasticità e flessibilità, rendendo meno urgente l’allenamento di questa capacità.
L'attività fisica nello sviluppo del bambino

Karate, bambini ed età: conclusioni

In quest’articolo abbiamo provato a darvi una panoramica generale di alcune caratteristiche che crediamo siano fondamentali per un insegnante.

Una conoscenza, anche se basilare, di questi concetti può servire da pietra angolare per la stesura di un programma di allenamento nel tempo. 

Anche in questo senso, il Karate si pratica tutta la vita.

Facci sapere cosa ne pensi sui nostri social e nei commenti (qui sotto) all’articolo.

Giuseppe Bagnano e Alessandro Di Porzio

Bibliografia

Laura Mandolesi, Manuale di psicologia generale dello sport. Il Mulino. 2017

Sitografia

https://www.nostrofiglio.it/neonato/le-tappe-dello-sviluppo-del-bambino-da-3-mesi-a-6-anni
https://www.metodomontessori.it/attivita-montessori/principi-alleducazione/piani-di-sviluppo-montessori
https://www.ideacalcio.net/preparazione-fisica/le-capacita-motorie-dai-6-agli-11-anni-prima-parte.html#:~:text=Lo%20sviluppo%20delle%20capacit%C3%A0%20motorie,e%20movimenti%20della%20vita%20quotidiana
https://www.karatemania.it/2022/01/27/i-venti-principi-del-karate-1-rei/

Giuseppe Bagnano e Alessandro Di Porzio

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