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Sport e Bambini: il ruolo della motivazione

Sport e Bambini: il ruolo della motivazione

di Alessandro Di Porzio e Giuseppe Bagnano

I traguardi che ci prefissiamo sono importanti per spingerci oltre i nostri limiti. Quando i bambini si approcciano alla pratica del Karate o di altri sport, è importante capire in che modo motivarli. Anche incoraggiare troppo può causare stress, creando l’impressione che il valore dipenda dal successo.

La motivazione è un elemento fondamentale per far fronte alle difficoltà che si possono incontrare ma anche per intraprendere un percorso con passione e tenacia. Prima di iniziare, però, facciamo una distinzione necessaria nel campo della motivazione grazie ad alcuni studi di psicologia dello sport.

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Cos’è la motivazione e come restare motivati

La motivazione, per tutti i praticanti, viene data da fattori intrinsechi ed estrinsechi. Con intrinsechi indichiamo tutti quegli elementi che vengono dal praticante stesso. Nel caso di bambini e bambine, giocare, stare insieme ai coetanei, divertirsi e provare un senso di libertà durante l’attività fisica sono tutte motivazioni ottime e che vanno appoggiate.

La Dottoressa Borgogno Loredana incoraggia i genitori a creare un dialogo costruttivo con i bambini a partire dai 4 anni per la scelta dello sport. Dai 4 ai 10 anni potrebbero cambiare spesso idea su quale sport o disciplina praticare. Per questo, il genitore dovrebbe porsi come un “consulente informato” e aiutare il bambino a capire quali elementi dello/degli sport che ha provato sono i più interessanti.

Borgogno suggerisce che sia utile chiedere al bambino quali crede siano i suoi punti di forza. Ad esempio, potrebbe considerarsi forte o agile. Borgogno fa un esempio molto utile. Se nostro figlio ama il basket ma è di statura bassa, è importante spiegargli che anche se il basket è uno sport aperto a tutti, inevitabilmente l’altezza gioca un ruolo fondamentale. Così facendo, potrete evitare che il bambino si stressi inutilmente cercando di raggiungere degli obiettivi troppo alti. Sarà meglio invogliare e motivare il bambino a perseguire traguardi più nelle sue corde.

La motivazione estrinseca invece è formata da quegli obiettivi che vengono promossi dall’ambiente. Spesso vengono attivati dalla competizione con altri praticanti portando anche all’agonismo.

Un punto importante è imparare a gestire in modo creativo gli stimoli estrinsechi come tornei, premi, trofei e simili. La pressione a riuscire in un campo in cui spesso o si perde o si vince crea un’aspettativa troppo alta. Il Dottor Fabio Ciuffini spiega come i preparatori atletici tendano a porre troppa enfasi su questi traguardi creando un carico eccessivo, specie per le fasce di età tra i 6 e i 12 anni.

Al contempo, questi fattori esterni sono importanti e possono essere impiegati in modi creativi. Premiare la dedizione e l’impegno nel raggiungere una capacità specifica crea un ambiente positivo. E questo vale anche quando l’atleta “parla con sé stesso”. Con questo intendiamo i pensieri volti a spronarsi e dare il 100%. Adottare una positive self talk può rivelarsi molto utile per motivarsi.

Gli studi sulla motivazione si orientano attorno a tre teorie

  • Auto-efficacia, ovveroche la motivazione sia spinta dall’elevato desiderio di successo e prestazioni migliori
  • Attribuzione,ovverola necessità di spiegare le cause di successi e fallimenti

organizzati in 4 casualità

1. Abilità

2. Impegno

3. Difficoltà del compito

4. Fortuna

Orientamento Motivazionale sul compito e sul sé. Questa teoria si avvale molto del rinforzo positivo per motivare gli alunni.

Trovare un equilibrio fra mondo esterno e interno

Quando si fa da istruttori ai più piccoli bisogna prestare molta attenzione a quello che Ciuffini definisce come “transizione motivazionale”, ovvero quando ai valori intrinsechi vanno a sommarsi quelli estrinsechi.

La motivazione estrinseca ed intrinseca devono non essere in competizione tra loro.

Small group of Caucasian kids in doboks practicing taekwondo and warming up for treining while standing barefoot.

L’equilibrio fra queste due componenti è importante. Ad esempio, in uno studio presentato su Sport Performance Bulletin, si è notato come degli atleti universitari Inglesi risultassero più determinati quando si concentravano su obiettivi personali (tra cui il divertimento) e miravano all’acquisizione di abilità specifiche.

Gli atleti troppo concentrati sul successo, sul proprio ego e sulla comparazione con gli altri risultavano più insicuri.

La parte più importante dello studio su Sport Performance Bullettin è che le motivazioni estrinseche sono più efficaci e sane se mettono le radici nelle motivazioni intrinseche per mantenere alto l’impegno nel tempo e di fronte alle naturali difficoltà che vengono dal mondo dello sport e dell’agonismo.

Un elemento cardine per mantenersi sempre ottimisti e motivati è sviluppare resilienza, ovvero la capacità di un individuo di non arrendersi davanti a eventi negativi o avversi. Questa capacità si può allenare e infatti lo sport è uno dei metodi migliori.

È stato notato come i praticanti di sport di resistenza (come la corsa in alta montagna) hanno alti livelli di resilienza in grado di spingerli a dare il massimo anche in un contesto così ostico e senza l’aiuto e il supporto del pubblico.

Crederci fortemente: motivazione e sport

Per incentivare una crescita motivazionale è importante dare agli atleti e alle atlete degli obiettivi raggiungibili ma non eccessivamente facili. Un compito che non sia impegnativo da raggiungere diventa facilmente noioso e fa perdere di interesse anche ai più motivati.

Diversi studi hanno dimostrato come attività sportive possano migliorare nettamente svariate capacità sia fisiche che cognitive. Con cognitive intendiamo quelle abilità che ognuno di noi ha di comprendere informazioni e stimoli interni ed esterni e utilizzarli per rapportarsi con il mondo e con sé stessi.

Le arti marziali tradizionali, come il Karate, offrono molti stimoli per allenare tantissime capacità cognitive e fisiche.


Innanzitutto, aiutano fortemente con lo sviluppo dell’Inibizione. La dottoressa Adele Diamond definisce l’inibizione come la capacità di:

1. controllare il proprio comportamento;
2. controllare il focus della propria attenzione

3. Controllare le proprie emozioni per non agire in modo inappropriato con le persone e l’ambiente coinvolti.

Diamond riferisce di uno studio condotto su 1000 bambini che sono stati seguiti per 32 anni e hanno dedotto che una maggiore capacità di Inibizione migliora i risultati in tutti gli aspetti della vita. Il Karate praticato con una forte motivazione è una disciplina utilissima per riuscire a sviluppare questa capacità relazionale e personale.

Le arti marziali tradizionali hanno dato risultati più promettenti rispetto ad allenamenti più mirati proprio perché inglobano più obiettivi in contemporanea.

Lo spirito con cui si intraprende un percorso cambia radicalmente i risultati, e qui entra in gioco la motivazione nel regolare l’impegno, il coinvolgimento e la resilienza durante lo sport.

Diamond parla di uno studio dove due gruppi adolescenziali con precedenti vengono divisi in una scuola di Tae Kwon Do e in una di MMA, una forma di arti marziali più moderna.

Il risultato è che l’allenamento più integrato, auto-correttivo e mirato all’introspezione del Tae Kwon Do ha prodotto risultati più soddisfacenti nella riduzione di stress, ansia e dell’aggressività ma anche nell’aumentare auto-stima e inibizione.

Uno studio condotto dall’università di Gdansk e Matej Bel su karateka esperti ha dimostrato che, nonostante alcune differenze fra uomini e donne in termini di obiettivi intrinsechi, rapporto con la natura e stati di consapevolezza, o mindfulness, il Karate facilita uno stato di coesione con la natura. Tra le differenze interessanti segnaliamo che per le donne sentirsi connesse emotivamente alla natura aveva effetti positivi nel risolvere un conflitto emotivo mentre agiva negativamente per gli uomini.

Ciò nonostante, ci sono punti che accomunano tutti i karateka. Innanzitutto, un senso di coesione e connessione alla natura è più forte quando si è motivati a raggiungere e mantenere una buona forma fisica.

Sport e Bambini: il ruolo della motivazione (conclusioni)

I benefici maggiori sono direttamente collegati ad una pratica costante e appassionata nel tempo. Proprio per questo rimane fondamentale l’avere una forte motivazione per lo sport scelto. Il Karate fornisce gli strumenti per allenare molte abilità in simultanea, mentre promuove un senso di soddisfazione e padronanza progressiva.

Il complesso sistema di tecniche, movimenti e approcci al combattimento, ad esempio, possono essere usati per strutturare un percorso coerente e diviso in tappe. Mano a mano che i vari elementi vengono acquisiti, sfruttando la progressiva complessità, l’atleta svilupperà un forte senso di autostima.

Per tutti questi elementi, è importante che un insegnante sappia essere “carismatico” e sappia interfacciarsi psicologicamente ed emotivamente con tutti gli allievi e le allieve per spronarli e capire, fin dove è possibile, come aiutarli ad esprimere la propria motivazione.

Per questo, è fondamentale che si crei un rapporto di fiducia tra allenatore e sportivo. L’allenatore dovrà capire i punti di forza e debolezza sia dei singoli sportivi che dell’intera classe/squadra. Anche gli sport individuali beneficiano di confronti, competizione e discussioni.

Quando si allena una squadra è importante tenere a mente che lavorano sia come un corpo unico con un’identità collettiva ma sono soprattutto atleti individuali con forze e debolezze, sia fisiche che emotive. Sarà importante accompagnare gli atleti nelle varie fasi, finché un allievo o un’allieva non assumano naturalmente il ruolo di leader della squadra. È importantissimo che ogni conflitto venga superato tramite la cooperazione.

La comunicazione allievo/insegnante si articola intorno ai feedback. Queste valutazioni provocano delle reazioni immediate e si dividono in tre categorie:

  • conferma della definizione che l’allievo da di sé
  • rifiuto della definizione che l’allievo da di sé
  • disconferma ovvero negazione categorica della definizione

Bilanciare tra loro questi tipi di risposta è fondamentale per mantenere un equilibrio motivazionale costante.

Bibliografia

Diamond Adele, Activities and Programs That Improve Children’s Executive Functions, University of British Columbia, 2012

Lipowski Mariusz et al, Sense of Coherence and Connectedness to Nature as
Predictors of Motivation for Practicing Karate
, in International Journal of Environmental Research

and Public Health, 2019
Mandolesi Laura, Manuale di psicologia generale dello sport, Il Mulino, 2017

Sitografia (consultata l’ultima volta il 21/03/22)

https://www.sportsperformancebulletin.com/endurance-psychology/coping-with- emotions/motivation-sports-psychology/

https://www.loredana-borgogno-psicologa.com/articoli/processi-motivazionale-nello-sport- bambino/

https://psicologodellosport-toscana.it/perche-monitorare-le-motivazioni-dei-bambini-nello-sport

Alessandro Di Porzio e Giuseppe Bagnano

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